Il poggio di Mezzana, sul cui versante occidentale sorge l'abitato di Sasseta, dall'alto dei suoi 900 metri di altitudine, domina tutta la valle del Bisenzio. Da qui “la veduta è mirabile, e forse la più bella che si abbia sulla Val di Bisenzio, poiché l’osservatore è come al vertice d’un angolo, da cui si dipartono i monti di destra e di sinistra” scriveva E. Bertini nella sua Guida della Val di Bisenzio del 1881. Al limite della Bandita dei Conti Bardi (già esistente nel XVII secolo), in questo luogo i pastori portavano all’alpeggio i loro greggi riparati in capanne, di cui restano numerosi ruderi. Qua e là si scorgono ancora le trincee e i rifugi realizzati dai Tedeschi in ritirata nel 1944. «Sul poggio di Mezzana, sorse in epoca medievale una torre di avvistamento, di cui restavano le mura ancora nel Settecento quando alcuni sudditi dei conti Bardi andarono a cercarvi un tesoro; qui, secondo una leggenda, si dettero la morte, bruciando tra le fiamme di una capanna, una discendente degli Alberti e il suo innamorato che l’aveva rapita il giorno delle nozze» (AA.VV. 1994, p. 151).
Data la sua posizione strategica, sul poggio di Mezzana dovettero sorgere, probabilmente in epoche diverse, varie fortificazioni. Una delle propaggine meridionali del poggio di Mezzana è detta poggio Castelluccio: secondo R. Fantappiè (Nascita di una terra di nome Prato) qui doveva esistere una postazione militare longobardo-bizantina (sec. VI-VIII).
Nella parte settentrionale si ricorda invece il toponimo Castellare, evidentemente anch'esso sede di un fortilizio. Questo luogo, dove in estate venivano portati i greggi all’alpeggio, fu a lungo conteso fra pastori di Montepiano e di Sasseta, finché «nel 1764 un documento lo riconobbe come area di pascolo comune degli uomini di Sasseta» (AA.VV. 1994, p. 151).